Erlotinib come trattamento di mantenimento nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in stadio avanzato
La chemioterapia di prima linea per il carcinoma polmonare non-a-piccole cellule è in genere limitata a 4-6 cicli e la terapia di mantenimento può ritardare la progressione e prolungare la sopravvivenza.
L’inibitore tirosin chinasico orale di EGFR (recettore del fattore di crescita dell’epidermide ) Erlotinib ( Tarceva ) è efficace e tollerabile nella terapia di seconda linea per il carcinoma del polmone non-a-piccole cellule.
Lo studio di fase 3, controllato con placebo, SATURN ( Sequential Tarceva in Unresectable NSCLC ), è stato disegnato per valutare l’utilizzo di Erlotinib come terapia di mantenimento nei pazienti con malattia non-progressiva dopo chemioterapia di prima linea con doppio Platino.
Nel periodo 2005-2008, 1949 pazienti sono stati inclusi nella fase di run-in ( 4 cicli di chemioterapia a base di Platino ).
Alla fine della fase di run-in, 889 pazienti che non avevano avuto progressione della malattia sono stati arruolati nello studio principale, e sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Erlotinib ( 150 mg/giorno; n=438 ) oppure placebo ( n=451 ) fino alla progressione o a una tossicità non-accettabile.
I pazienti sono stati stratificati per status immunoistochimico di EGFR, stadio, performance status secondo l’Eastern Cooperative Oncology Group ( ECOG ), regime di chemioterapia, storia di abitudine al fumo.
Gli endpoint co-primari erano sopravvivenza libera da progressione in tutti i pazienti analizzabili indipendentemente dallo status di EGFR e sopravvivenza libera da progressione in pazienti con tumori con iper-espressione della proteina EGFR, in base a valutazioni immunoistochimiche.
Nello studio, 884 pazienti sono risultati analizzabili per sopravvivenza libera da progressione; 437 nel gruppo Erlotinib e 447 in quello placebo.
Dopo un follow-up mediano di 11.4 mesi per il gruppo Erlotinib e 11.5 mesi per il gruppo placebo, la sopravvivenza mediana libera da progressione è risultata significativamente più lunga con Erlotinib che con placebo: 12.3 settimane per i pazienti nel gruppo Erlotinib versus 11.1 settimane per quelli nel gruppo placebo ( HR=0.71; p inferiore a 0.0001 ).
La sopravvivenza libera da progressione è risultata anche significativamente più lunga nei pazienti con risultati immunoistochimici positivi per EGFR trattati con Erlotinib ( n=307 ) rispetto a quelli EGFR-positivi trattati con placebo ( n=311; sopravvivenza libera da progressione mediana 12.3 settimane nel gruppo Erlotinib vs 11.1 settimane nel gruppo placebo; HR=0.69; p inferiore a 0.0001 ).
I più comuni eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati rash ( 9% nel gruppo Erlotinib vs nessuno nel gruppo placebo ) e diarrea ( 2% vs nessuno ).
Eventi avversi gravi sono stati osservati in 47 pazienti ( 11% ) nel gruppo Erlotinib rispetto a 34 ( 8% ) nel gruppo placebo e il più comune di tali eventi è stata la polmonite ( 7 casi [ 2% ] con Erlotinib e 4 [ inferiore all’1% ] con placebo ).
In conclusione, la terapia di mantenimento con Erlotinib per pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule è ben tollerato e prolunga in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione rispetto a placebo.
La terapia di prima linea di mantenimento con Erlotinib potrebbe essere presa in considerazione in pazienti che non mostrano progressione dopo 4 cicli di chemioterapia. ( Xagena2010 )
Cappuzzo F et al, Lancet Oncol 2010; 11: 521-529
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